2017 // Honey Soundsystem Records
Where Are We Going?
Octo Octa
Ci sono dei dischi che sono semplicemente belli, che non hanno la pretesa di cambiare per sempre il mondo della musica o di diventare pietre miliari: Where Are We Going? di Octo Octa è uno di questi.
Maya Bouldry-Morrison descrive Where Are We Going? come un disco queer: il suo primo disco da donna transgender finalmente libera e dichiarata. Invece, appena premuto play, ci si potrebbe chiedere dove sia finita la queerness, dove siano i lustrini e l’orgoglio, dove abbia lasciato le atmosfere euforiche e quel continuo inno al corpo che sarà il suo successivo album, Resonant Body. La verità è che Where Are We Going? è il disco della transizione, delle domande, della preparazione. È un disco queer nel senso più profondo del termine: quello dell’attesa – il tempo in cui si è soli con i propri pensieri di fronte ad un mondo che non siamo ancora pronti ad affrontare davvero. Perché una volta scelto, non si potrà mai più riavvolgere il nastro facendo finta di niente: ogni persona queer lo sa bene. Where Are We Going? è un po’ la colonna sonora di tutti coloro che stanno ancora aspettando: i titoli delle canzoni raccontano proprio un viaggio che è appena cominciato, di cui la produttrice non sa la destinazione finale (Where Are We Going?), che ha bisogno di tempo e preparazione (Preparation Rituals) e che arriva al termine di un cammino fatto anche di dolore (No More Pain).
Fin dalla prima nota Octo Octa ci porta nelle sue atmosfere notturne e nella sua pioggia di beat deep house. Le atmosfere di Where Are We Going? sono sempre a metà tra la meditazione e una piccola festa tra amici. Si parte con i tocchi di sintetizzatore saltellanti di Where Are We Going Pt.1, si continua con l’euforia appena trattenuta di On Your Lips. C’è posto anche per il breakbeat di No More Pain (Promises to a Youger Self) e la drum’n’bass nostalgica di Move On (Let Go), che campiona una irriconoscibile Mariah Carey. Verso il termine concludono il viaggio i bassi profondi e il sintetizzatore fluttuante di Adrift.
Octo Octa confeziona un disco di elettronica semplice e personale, lontano dall’affollamento di suoni dei suoi primi lavori e dall’esuberanza del suo successivo album. Non c’è mai un suono di troppo, né una melodia fuori posto: un perfetto disco da cinque del mattino.
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