2011 // Domino
Diamond Mine
King Creosote e Jon Hopkins
Difficile parlare di questo disco. Diciamo che è uno di quegli album che, ancora una volta, ci conferma il grande potere che ha la musica di guarire le nostre ferite. La storia è molto semplice: il cantante folk scozzese King Creosote e il paladino dell’elettronica Jon Hopkins hanno deciso di reinterpretare alcuni brani della produzione del primo (Kenny Anderson). Il risultato è un disco dalla atmosfere intense e dolcissime, ma velato di una fortissima malinconia. Alla chitarra acustica, ai tocchi di pianoforte e di archi si somma il lavoro di Hopkins. Hopkins aggiunge, nella maggior parte dei pezzi, voci campionate, cori, sottili strati di elettronica. Senza mai farsi notare crea atmosfere a metà tra il sogno e la meditazione.
L’unica eccezione in cui l’elettronica si fa sentire è la folktronica Bubble: la voce di King Creosote e la sua chitarra si mescolano all’elettronica di Hopkins, in un pazzesco crescendo di coro e pianoforte. Un’altra bellissima canzone è l’iniziale John’s Taylor Month’s Away, che, tra l’altro, ha un testo stupendo. Diamond Mine è un album da portare nel cuore e da ascoltare quando ne abbiamo bisogno: saprà parlarci.
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